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DAVID BOWIE IS

viernes, 9 de diciembre de 2016

"Mentre Bowie cresceva, il ricordo familiare di un night club nella Soho anteguerra e di un'eredità sperperata devono aver offerto una potente simbologia di emozionanti e seducenti, ma anche pericolose opportunità, che esulavano dai confini di una piccola casa a schiera nei sobborghi londinesi."

di Antonella Colaninno

Personaltà enigmatica e spirito creativo, David Bowie ha percorso mezzo secolo di storia, da Ziggy Stardust aThin White Duke, vendendo oltre 140 milioni di album. Performer innovativo, ha ispirato artisti, musicisti e designers e ha affiancato le grandi rivoluzioni in corso in quegli anni per la libertà di espressione individuale e sessuale, ha rappresentato l'avanguardia e ha dettato mode. “La sua influenza nel vasto ambito dei concerti, della moda, dell'arte, del design e delle politiche identitarie continua a plasmare ancora oggi, la cultura contemporanea [...].” Bowie è infatti il filo rosso “che collega Andy Warhol con Bertold Brecht, William Blake, Charlie Chaplin, Antonin Artaud, Salvador Dalì, Marlene Dietrich, Philip Glass, Nietzsche, il glamour di Hollywood, il design, gli zatteroni, il cinema, la musica, Kurt Weil, Berlino, New York, Londra, Alexander McQueen, le Olimpiadi di Londra 2012, Jim Henson, gli atterraggi sulla luna, Kansai Yamamoto, Kate Moss e Marshall McLuhan.” (Victoria Broackes e Geoffrey Marsh). Dopo quattro mesi di apertura, si è conclusa lo scorso novembre al MAMbo di Bologna, l'unica tappa italiana di David Bowie is, la grande mostra realizzata dal Victoria and Albert Museum di Londra che ora, dopo aver fatto tappa in diverse nazioni, si appresta a raggiungere il Giappone per la sua prossima inaugurazione nella città di Tokyo il 7 gennaio 2017. La mostra italiana ha offerto la possibilità di avere una visione complessiva dell'archivio personale di uno degli artisti più influenti del secolo scorso, e di dare, inoltre, un contributo a sostegno della conservazione dei beni culturali iconici, per la quale la maison Gucci, sponsor dell'evento, sta lavorando. Un percorso artistico ricco ed emozionante, tra video, dischi, costumi di scena e dipinti, testimoniato da oltre 300 oggetti dell'archivio personale del musicista, selezionati dai curatori Victoria Broackes e Geoffrey Marsh.
David Bowie proveniva dai sobborghi londinesi, un quartiere con case a schiera su due livelli. Al numero 4 di Plaistow Grove, visse dal 1955 al 1967 come figlio unico di una famiglia di estrazione medio bassa, condividendo solo pochi momenti con i 4 fratellastri più grandi che i suoi genitori avevano avuto da precedenti relazioni. Nel 1974, all'età di 27 anni, lasciò Londra per trasferirsi in America, non aveva mai amato molto l'Inghilterra, o almeno quella periferia londinese pericolosa e poco socializzante dalla quale proveniva. Crebbe solo, nonostante avesse degli amici, dedicando molto tempo a fantasticare e a lavorare di immaginazione: "penso che nella mia famiglia regni un tremenda devastazione emotiva e spirituale". "Mi sentivo spesso, fin da quando ero adolescente, così alla deriva e come isolato da tutti [...] tanti oscuri scheletri nell'armadio mi facevano sentire estraneo a tutto." "Volevo essere un artista incredibile, vedere colori, acoltare musica, e loro non facevano altro che respingermi. Mi è toccato crescere demoralizzato e pensavo: "non mi darò per vinto". Dovevo rifugiarmi nella mia stanza e te la porti dietro per il resto della vita." "Volevo diventare un musicista perchè mi sembrava un gesto ribelle, sovversivo." "In un certo senso, se avessi sfondato a metà degli anni '60, non avrei assorbito molte altre influenze." Come artista Bowie ha raccontato il suo mondo, il suo spazio interiore, i "paesaggi mentali" a cui è dedicato il suo primo film: "The Image", considerato "uno studio del mondo della realtà illusoria all'interno della mente schizofrenica dell'artista al suo vertice di creatività." La sua ricerca sull'immaginazione si intrecciò con un crescente interesse per la scoperta dell'io e per le religioni mistiche, in particolare quelle orientali, e persino il consumo di droghe era finalizzato al raggiungimento di nuove forme di percezione. Lindsay Kemp, attore, ballerino, artista, e mimo, personaggio scandaloso all'epoca per i suoi modi effeminati, introdusse Bowie nel mondo dell'ambiguità sessuale e della vita intesa come arte e palcoscenico. Bowie imparò a recitare e acquisì consapevolezza del potere dei costumi, delle luci e delle scenografie. Il suo palcoscenico divenne così lo spazio interiore nel quale esplorare gli abissi della follia, dell'isolamento e del disgusto di sè, dell'alienazione e dell'identità sessuale sovvertita. Bowie ha affiancato le rivoluzioni del suo tempo ed è stato interprete, per questo, delle trasformazioni culturali, dal sogno utopitico degli anni '60, che consideravano l'amore libero un radicale agente di cambiamento politico, all'atmosfera decadente degli anni '70, in cui si praticava l'uso di droghe psichedeliche per estendere i confini della propria identità. Dalle comunità pacifiste, libere e socializzanti degli anni '60, si passò così, all' individualismo e alla disillusione degli anni '70. Space Oddity fu il primo album di David Bowie che uscì proprio in quegli anni, era il 1969, e il protagonista, l'astronauta Layor Tom, abbandonava la terra e fluttuava nello spazio, tra isolamento ossessivo e "purezza e passività asessuata". Gli anni '60 si espressero attraverso la forza dirompente dei mass media e la romantica riscoperta della natura e della celebrazione del sesso e delle emozioni. Bowie interpretò e soprattutto avvertì questo cambiamento culturale e, come artista, cercò di catturare la misura di quest'ondata nella canzone Changes che racconta la storia della sua vita nella quale non fa altro che cambiare.  Ogni canzone esprime un diverso lato di Bowie e del mondo così come lui lo vedeva. Uomo di teatro, attore straordinario e mimo di se stesso, David è stato un dandy dalla “sensibilità urbana”che ha usato la maschera e il trasformismo per estendere la sua ambiguità sessuale, un provocatore elegante, freddo e aristocratico in grado di modificare di continuo il proprio aspetto e di parlare attraverso il linguaggio del corpo, creando personaggi e dando loro vita propria: spinse infatti l'identità sessuale di Ziggy in un'altra dimensione spazio temporale. Decadente e visionario, poco sensibile al mondo e alle relazioni sociali, Bowie è stato un eclettico che ha saputo unire arte e identità sessuale. Dichiarava, infatti, di non essere fedele a nessuno stile e di essere sempre stato impressionato da tutte le forme di arte del XX secolo. "Bowie è il tipo di artista che nasce solo una volta in una generazione e trascina nella sua scia tutta la cultura dell'epoca”, grazie al fascino, alle sue capacità innovative e al glamour sofisticato del suo personaggio, un vero leder culturale in contrasto con la cultura pop del momento, un outsider che crea la cultura giovanile a propria immagine, guardando alla sottocultura delle nuove generazioni. Bowie era un fenomeno sociale che attraverso la sua arte parlava ai giovani, agli emarginati, agli alienati. Aveva doti di artista e di designer, ha creato le copertine dei suoi dischi, i costumi di scena, le scenografie e i video e ha prodotto e coprodotto la propria musica. Ha scelto con cura i suoi collaboratori, lasciando loro grande libertà creativa. Sapeva comprendere la gente e aveva un grande intuito che gli ha permesso di anticipare le tendenze. Per lui una canzone doveva assumere "carattere, forma, corpo e influenzare la gente”, doveva essere in grado di coinvolgere come stile di vita.

David Bowie è stato un colonizzatore dei territori dell'arte, ha sperimentato i terreni del surreale, è stato una specie di profeta che si è appropriato della sua epoca. "[...] il suo istinto musicale era di un ordine del tutto diverso e la sua capacità di crescita musicale eccezionale." Ha inventato nuovi atteggiamenti, ha avuto il dono della musica e ha saputo rinnovarsi nel lungo arco di tempo della sua carriera artistica, esteta e artista sensibile, pronto a imbattersi in continue metamorfosi."Bowie era magico e superlativo, racconta un fan, affascinato dal personaggio. Aveva le qualità del leader. Era la personificazione stessa della fantascienza. Per me rappresentava le più grottesche espressioni del male e di una realtà extraterrestre oltre ogni immaginazione. Credevo davvero che fosse una sorta di alieno. Non pensavo che fosse normale, umano [...] Lo guardavo, nelle locandine, e cercavo di capire la sessualità racchiusa nei suoi dischi. Lo analizzavo fino allo stremo. Pensavo: Questo significa quello... credo che dovrebbe sapere quanto ha influenzato il modo di vestire della gente, i gesti, il comportamento... Ha fatto qualcosa di tremendo.”  Creava ruoli diversi e sosteneva che all'immagine e al modo di apparire fosse dovuto gran parte del suo successo, perchè pensava che il modo di apparire poteva essere una dichiarazione di identità. Era una creatura di periferia, quasi soprannaturale, che ha saputo viaggiare attraverso il tempo con la sua aura di eroe, distaccato dalle cose del mondo e con il suo tipico modo tutto inglese di non prendere le cose troppo sul serio.
 
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